Page 29 - Influenza Report
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Gestione a livello globale   29


                            Tavola 2: Mortalita’ nelle pandemie del XX secolo e proiezioni
                            per la prossima pandemia *
                                   Popolazione    Decessi     per 100,000 persone
                            1918    1.8 miliardi  50 milioni       2,777
                            1957    3.8 miliardi  1 milione         26
                            1968    4.5 miliardi  1 milione         27
                            Next    6.5 miliardi  1.7 milione       26
                            Next    6.5 miliardi  180 milione      2,777
                           Dati tratti da http://www.census.gov/ipc/www/world.html +
                           http://www.prb.org/Content/NavigationMenu/PRB/Educators/Human_Population/Population_Gr
                           owth/Population_Growth.htm

                           In nazioni come Francia, Spagna e Germania, la mortalita’ annuale da tutte le cause
                           e’ di circa 900 decessi ogni 100,000 individui. Una pandemia devastante potrebbe
                           di conseguenza, nel corso di pochi mesi, causare tre volte tanti decessi di quanti
                           occorrebbero normalmente in un anno intero. Infatti, distruzione sociale ed
                           economica sara’ presente in ogni nazione con una certa variabilita’. In un mondo in
                           cui i mass media reportano eventi catastrofici estensivamente, l’atmosfera che
                           risulterebbe potrebbe essere simile a quella di uno scenario bellico. Contrariamente,
                           una pandemia lieve simile a quella del 1968 potrebbe passare quasi inosservata e
                           senza causare impatto considervole nel sistema sanitario nazionale e nell’economia
                           globale.
                           La preoccupazione che il mondo potrebbe dover affrontare un revival dello scenario
                           del 1918 e’ fondata sull’osservazione che il virus H5N1 che sta circolando al
                           momento ha in comune caratteristiche inquietanti con il virus pandemico del 1918
                           (Taubenberger 2005). tuttavia, se H5N1 e’ il virus candidato per la prossima
                           pandemia influenzale devastante, perche’  non ha ancora acquisito la capacita’ di
                           passare facilmente da essere umano ad  essere umano? Durante gli anni scorsi,
                           H5N1 ha avuto sia il tempo che l’opportunita’ di mutare in un ceppo pandemico.
                           Perche’ non e’ successo? E se non e’ successo in quasi dieci anni, perche’ dovrebbe
                           succedere in futuro? E’ vero che dei 16 sottotipi di influenza H, solo tre (H1, H2 e
                           H3) sono noti per aver causato pandemie umane (1918, 1957, 19168 e
                           probabilmente 1989), ed e’ stato persino ipotetizzato che i virus H5 hanno
                           un’inerente incapacita’ di essere trasmessi efficentemente tra esseri umani.
                           Scopriremo forse un giorno che i virus H5 non sono in grado di causare pandemie
                           umane, perche’ non tutti i sottotipi possibili possono riassortirsi per formare ceppi
                           pandemici per l’umanita’? Questo non possiamo saperlo.
                           Se si escludono mutazioni singole che possono gradualmente trasformare un virus
                           influenzale aviario in un virus umano, il riassortimento e’ l’altro modo in cui nuovi
                           virus pandemici umani possono essere generati. Le due pandemie che vennero
                           scatenate da questo fenomeno, occorrero nel 1957 e nel 1968. Entrambe furono
                           relativamente lievi e fondamentalmente diverse da cio’ che accadde nel 1918. C’e’
                           qualche evidenza preliminare a livello sperimentale che indica che i virus riassortiti
                           del 1918 furono singolarmente meno virulenti in confronto all’espressione
                           coordinata di tutti e otto i genomi (Tumpey 2005). Possiamo quindi dedurre che
                           pandemie risultanti da eventi di riassortimento fra virus umani e aviari sono piu’
                           lievi di pandemie causate da un virus che accumula mutazioni lentamente per poter
                           migrare dall’ospite uccello acquatico all’ospite umano? Questo non lo sappiamo.
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