Page 102 - Influenza Report
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102 Patogenesi e Immunologia
Come si trasmette l'influenza alle altre persone?
La trasmissione respiratoria dipende dalla produzione di particelle trasportate
dall'aria e di areosol contenenti virus. Areosol vengono prodotti mentre si parla e
durante la respirazione normale. La dispersione dalle cavita' nasali richiede che la
persona starnutisca ed e' molto piu' efficace se l'infezione produce secrezioni nasali.
Uno starnuto produce fino a 20,000 gocce di piccole dimensioni, mentre un colpo di
tosse ne espelle qualche centinaio. Le gocce di dimensioni maggiori cadono al
suolo nello spazio di pochi metri. Le gocce rimanenti viaggiano a distanze che
dipendono dalla loro dimensione. Gocce che misurano 1-4 µm in diametro possono
rimanere sospese per un lungo periodo di tempo e raggiungere il tratto respiratorio
inferiore. La trasmissione sperimentale dell'influenza in volontari ha mostrato che
l'inalazione bronchiale di piccole gocce e' superiore rispetto all'inoculo di gocce di
dimensioni maggiori nel tratto respiratorio superiore o nella congiuntiva (Alford
1966, Little 1979, Bridges 2003). Se il virus si replica precocemente durante il
corso dell'infezione nel tratto respiratorio inferiore, questo risulta in gocce piu'
piccole con maggior contenuto virale e maggiore infettivita', perche'
l'immunosorveglianza specifica non e' ancora stabilita. La trasmissione di H5N1 da
animali ad esseri umani puo' occorrere in modo diverso per contatto diretto (e
indiretto) con pollame infetto.
Sono necessarie alti tassi di contagio perche' l'influenza A provochi epidemie. Di
conseguenza le epidemie durante l'inverno in Europa e in Nord America possono
essere spiegate come conseguenza di contatto ravvicinato e permanenza in stanze
non abbastanza ventilate (Hemmes 1960). Il virus dell'influenza e' ben adattato: per
ragioni non note la sua abilita' di sopravvivenza e' al meglio in condizioni di bassa
umidita' relativa e di temperature ambientali basse. L'influenza aviaria (H5N1)
potrebbe essere meno adattata alla trasmissione per gocce: il periodo di incubazione
e' piu' lungo (Chotpitayasunondh 2005) il che, teoricamente, risulta in un minore
sviluppo contemporaneo in piu' persone durante un'epidemia. La repilcazione
intestinale e i sintomi precedono le manifestazioni respiratorie fino ad una
settimana (Apisarnthanarak 2004), permettendo lo sviluppo di risposte immunitarie
specifiche prima che la divulgazione per gocce si possa sviluppare. Di conseguenza,
la replicazione nasofaringea nell'influenza aviaria e' minore rispetto a quella
dell'influenza umana (Peiris 2004), ma la replicazione virale e' prolungata (Beigel
2005). Fino ad'ora la trasmissione di H5N1 fra esseri umani e' stata rara (Buxton
Bridges 2000, Ungchusak 2005) e abbastanza inefficiente. In conclusione, e'
presumibile che il virus aviario dell'influenza (H5N1) richieda svariati passaggi per
essere in grado di promuovere trasmissione da umano ad umano e per raggiungere
un tasso di infettivita' che sia sufficiente per generare un'epidemia o una pandemia.
Immunologia
L'influenza provoca infezione acuta nell'ospite e da' il via ad una cascata di reazioni
immunitarie che attivano quasi tutte le parti del sistema immunitario. La maggior
parte della risposta innata iniziale, che include il rilascio di citochine (IFNα/β),
l'influsso di granulociti neutrofili o cellule natural killer (Mandelboim 2001,
Achdount 2003), e attivazione cellulare, e' responsabile per l'inizio dei sintomi
clinici acuti (vedi sopra). L'immunita' innata e' un prerequisito essenziale per la
risposta immunitaria acquisita, inizialmente per limitare la replicazione virale e il