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106 Patogenesi e Immunologia
necessita' di formulare nuovi vaccini prima di ogni epidemia annuale. In contrasto,
antigenic shift consiste in un cambio sostanziale nelle proteine di superficie di un
virione, dal momento che geni che codificano per proteine di superficie
completamente nuove originano dopo ricombinazione o riassortimento di genomi o
di segmenti del genoma. Antigenic drift e' possibile ogni volta che un genoma viene
replicato. Al contrario, antigenic shift e' possibile solamente in certe circostanze, e'
relativamente raro ed e' la ragione piu' probabile per le pandemie.
La risposta immuntaria cellulare
E' stato dimostrato che le cellule dendritiche giocano un ruolo centrale nell'iniziare
e nel guidare le risposte dei linfociti T. Sono distribuite sporadicamente, e sono un
gruppo di leucociti migratori originati nel midollo osseo specializzati nella raccolta,
nel trasporto, nel processamento e nella presentazione di antigeni alle cellule T
(Figura 3). Il paradigma e' che le cellule dendritiche acquisiscono l'antigene dal
patogeno che invade l'organismo, diventano attivate e successivamente raggiungono
i linfonodi di drenaggio locali (Legge & Braciale 2003). Il campione antigenico
viene processato e fissato sulla superficie delle cellule dendritiche sotto forma di
peptidi che sono presentati da molecole del complesso di istocompatibilita
maggiore (MHC) (Silver 1992). Nei linfonodi, le cellule dendritiche mature
iniziano in maniera efficiente una risposta immunitaria in ogni cellula T con un
recettore che sia specifico per il complesso peptide-estraneo-MHC presente sulla
superficie della cellula dendritica (Shortman & Liu 2002). Antigeni endogeni
derivati dall'infezione di cellule dendritiche sono processati e presentati a cellule T
CD8 da molecole dell'MHC I. Antigeni esogeni sono presentati da molecole
dell'MHC II a linfociti T CD4. Alternativamente, le cellule dendritiche possono
presentare antigeni che hanno raccolto da cellule infette, o possono trasferire
l'antigene a cellule dendritiche vicine nel linfonodo iniziando una risposta delle
cellule T CD8 in un processo che viene chiamato di presentazione incrociata (cross-
presentation) (Belz 2004, Heath 2004, Wilson 2006). Le cellule T cosi' attivate
acquisiscono le funzioni di cellule effettori e migrano al sito di infezione nei
polmoni dove mediano le loro attivita' antivirali (Figura 3).
In seguito a recupero dopo un'infezione, si stabilisce uno stato di memoria
immunitaria in cui l'individuo e' meglio equipaggiaro a controllare un'infezione
successiva con lo stesso patogeno (Ahmed & Gray 1996). La memoria viene
mantenuta da cellule T antigene-specifiche che persistono con aumentata frequenza,
hanno minor necessita' di segnali co-stimolatori in confronto a cellule T naïve, e
rispondono velocemente a ri-stimolazione da antigene (Woodland & Scott 2005).
C'e' anche evidenza in favore di un' accumulazione nei polmoni umani di cellule T
CD8 della memoria specifiche contro l'influenza che conferirebbero protezione
immunologica immediata contro reinfezione polmonare (de Bree 2005, Wiley
2001b). Durante l'infezione con influenza, sottogruppi di cellule T della memoria
sia CD4 che CD8 rispondono a, e mediano il controllo di una reinfezione con il
virus dell'influenza, il che e' in contrasto a cio' che avviene nell'infezione primaria
in cui l'eliminazine del virus dipende da linfociti T CD8 (Woodland 2003).
Un'altra caratteristica importante nell'infezione con influenza e' che i linfociti T
CD4 aiutano i lilnfociti B a produrre anticorpi anti-HA e anti-NA (Figura 3). Gli
epitopi riconosciuti nella HA dalle cellule helper CD4 sono distinti da quelli