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                           noto che esistono vie di trasmissione in cui H5N1 puo’ mutare e acquisire
                           specificita’ per le cellule umane (Stevens 2006).
                           Sin dal 1959, le infezioni umane causate da virus aviari si sono verificate solo
                           raramente. Delle centinaia di ceppi di virus A dell’influenza aviaria, solamente
                           quattro sono conosciuti per aver causato infezioni in esseri umani: H5N1, H7N3,
                           H7N7, e H9N2 (WHO 200601). Con l’esclusione di H5N1, l'infezione umana ha
                           causato generalmente sintomi leggeri e raramente malattia grave (Du Ry van Beest
                           Holle 2003,  Koopmans 2004). Per il virus H5N1, la sorgente principale delle
                           infezioni umane sembra essere uno stretto contatto con uccelli malati o morti (come
                           avviene durante l’uccisione, lo spiumamento, e la preparazione) o esposizione a feci
                           di pollame in luoghi di gioco e ricreazione (WHO 200601).



                           H5N1: Come sta progredendo

                           Al momento, l'infezione umana col virus H5N1 e’ relativamente rara, anche se ci
                           deve essere stata notevole esposizione al virus per via di pollame infetto. Questa e’
                           un’indicazione che la barriera fra le specie per l’acquisizione di questo virus aviario
                           e’ ancora abbastanza alta per il tipo H5N1 – nonostante sia stato in circolazione per
                           quasi 10 anni. Tuttavia sembra che, recentemente, i ceppi H5N1 siano diventati piu’
                           patogenici e che abbiano esteso il loro raggio di azione:
                               •   Il ceppo H5N1 continua ad evolvere (Li 2004), e certi cloni hanno
                                  ampliato le loro capacita’ di legame in modi che possono rispecchiare un
                                  certo grado di adattamento per l’ospite umano (Le 2005). H5N1 ha non
                                  solo espanso la sua capacita’ di infettare diverse specie aviarie (Perkins
                                  2002), ma anche mammiferi, e puo’ infettare in natura esseri umani, tigri,
                                  leopardi, gatti domestici e foine (Keawcharoen 2004, Thanawongnuwech
                                  2005, Amonsin 2006).
                               •   Il virus H5N1 ha aumentato le sue caratteristiche patogeniche in topi e
                                  furetti (Zitzow 2002, Govorkova 2004).
                               •   E’ stato dimostrato recentemente che le anatre sono in grado di rilasciare
                                  nelle secrezioni ceppi di H5N1 altamente patogenici fino a 17 giorni post-
                                  infezione (Hulse Post 2005).
                               •   Nelle regioni centrali della Cina, piu’ di 6,000 uccelli migratori sono
                                  morti nella riserva naturale del Qinghai Lake nell’ Aprile del 2005. Prima
                                  di quell’avvenimento, era altamente inusuale che uccelli selvatici
                                  morissero a causa di influenza aviaria altamente patogenica (WHO
                                  20050818).
                               •   Virus provenienti da localita’ molto diverse (Qinghai Lake, Nigeria, Iraq,
                                  Turchia, Russia, Kazakhstan,  e Mongolia) mostrano una distinta
                                  mutazione che e’ associata con maggiore fatalita’ in uccelli e topi. Tale
                                  stabilita’ genetica in un periodo di molti mesi e’ inusuale ed e’ possibile
                                  ipotizzare che il virus – nella sua forma altamente patogenica – si sia
                                  adattato ad almeno certe specie di uccello acquatico migratorio e che sia
                                  in co-esistenza in questi uccelli in uno stato di equilibrio evoluzionario
                                  che non sembra causare danno, ma che viaggia con questi uccelli lungo le
                                  loro rotte migratorie (WHO 20060220).
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